Allarme Tirrenia, buco da 800 milioni

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PORTOFERRAIO. Un clima di incertezza e una gestione patrimoniale in rosso. La soluzione? Tempi rapidi per la privatizzazione. Non usa i mezzi termini la Corte dei Conti per quanto riguarda Tirrenia, come dire Toremar, Caremar, Siremar, Saremar. Una relazione sul risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria della società (con l’incorporata Adriatica Spa per gli esercizi dal 2004 al 2007). «Tutta la vicenda», aggiunge la Corte dei Conti in un altro passaggio della relazione, «si trova in una situazione di stallo che non offre prospettive di possibile soluzione in tempi brevi, e a fronte di tale incerta situazione si riscontra che la gestione della Società, sia sotto il profilo economico che patrimoniale, presenta risultati negativi».
 Quasi un bilancio da bancarotta, se si considera che l’utile di esercizio più cospicuo che si è avuto negli ultimi due esercizi è di 23,135 milioni di euro nel 2006 e di 14,050 milioni di euro nel 2007».
 Al riguardo «va rilevato – si legge ancora – che gli oneri finanziari concorrono negativamente alla formazione del risultato economico riducendo mediamente del 50% la differenza fra il valore ed i costi della produzione. Infatti la parte passiva dello stato patrimoniale presenta debiti di 889,606 milioni di euro nel 2006 e di 813,834 milioni nel 2007. Debiti che non trovano alcuna compensazione nei crediti assai modesti della parte attiva dello stato patrimoniale (209,164 milioni di euro nel 2006 ed 164,032 milioni di euro nel 2007)». Una rilevante esposizione debitoria, prevalentemente nei confronti degli istituti di credito che, secondo la Corte dei Conti «oltre a generare notevoli interessi passivi, dimostra la scarsa potenzialità dell’impresa a creare risorse finanziarie necessarie per garantire nel tempo l’equilibrio di bilancio. Inoltre, il modesto valore del patrimonio netto, rispetto a quello delle immobilizzazioni, dimostra che la maggior parte degli investimenti a lungo termine è finanziata con capitali di terzi». Sottolineando che dal 2005 al 2007 vi è stata «una graduale flessione» del numero dei dipendenti «in buona parte dovuta al proseguimento della politica di incentivazione all’esodo volontario» e parimenti «una costante e graduale riduzione della relativa spesa», la Sezione controllo Enti rileva come «su buona parte della flotta è iscritta ipoteca a favore di banche, a garanzia dei debiti a medio-lungo termine». Dal 2004 al 2007, «la Tirrenia ha ricevuto contributi in conto esercizio di importo complessivo pari a 314,032 milioni di euro». La Corte dei Conti ricorda, tra l’altro, che il 31 dicembre 2008 scadrà la convenzione ventennale tra lo Stato e la società «in virtù della quale questa poteva godere di sovvenzioni pubbliche» e che resta da attivare «l’iniziativa governativa del passaggio delle compagnie regionali alle regioni».
 Intanto rimane ancora aperta la questione degli sgravi contributivi per le imprese operanti in cabotaggio, inseriti tra i provvedimenti approvati dal Consiglio dei Ministri nella riunione del 18 dicembre Confitarma, che ha sostenuto la misura, sottolinea che «sono ancora in corso contatti con l’Amministrazione in quanto il Decreto legge sulla proroga di termini, benché approvato, risulta tuttora oggetto di verifica per le coperture della parte che interessa gli sgravi. Siamo in attesa di acquisire la certezza, che è d’obbligo in questi frangenti, anche per correttezza e serietà nei confronti degli associati».

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