Indignazione per lo stato in cui versa il Mausoleo Tonietti a Cavo

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Indignazione, come quella avvertita da Paolo Ferruzzi, fondatore dell’Accademia del Bello a Poggio e già docente all’Accademia delle Belle Arti di Roma, frammista a rabbia per la scarsa considerazione in cui versa il patrimonio architettonico rappresentato dal Mausoleo Tonietti. Dolore per il silenzio assordante degli enti locali, avvertito all’indomani dell’annunciato crollo di una parte della ‘cuspide’ del monumento dell’architetto Adolfo Coppedè da Beppe Tanelli, il primo storico presidente del Parco Nazionale. Sono solo la punta del coro di sdegno e di proteste che si sono levate sui social, appena reso noto il distacco della corona posta sulla sommità dell’edificio, interessando e coinvolgendo nella caduta anche due decorazioni leonine sottostanti, che si sono frantumate. “Per fortuna non sono state coinvolte persone – dice Beppe Tanelli – Ma cosa facciamo? Aspettiamo che ci scappi il morto per decidersi a intervenire?”. Difatti il percorso (fra l’altro consigliato da molte guide turistiche) che si diparte dalla frazione di Cavo è nominato “Sentiero del Mausoleo Tonietti”, snodandosi per circa 5,2 km tra la macchia mediterranea e offrendo panorami sul mare e sul territorio circostante. L’escursione culmina proprio con l’imponente struttura in stile liberty. Un crollo di parte della cuspide annunciato da molto tempo. “Da anni e per più riprese – continua Tanelli – si era denunciato il pessimo stato in cui versava il monumento, denunciandolo a tutti gli enti preposti. Le sue condizioni precarie erano ben note. E ciò che ci sconcerta è la mancanza di risposta alle nostre segnalazioni. Italia Nostra Sezione Arcipelago Toscano aveva rivolto un appello, se non si dovesse intraprendere la strada del rifacimento dell’edificio, almeno che ci si impegnasse alla messa in sicurezza. Il prossimo 6 agosto l’associazione ha indetto un’assemblea di soci e simpatizzanti. Sarà l’occasione per rinnovare l’appello alla salvaguardia del bene architettonico. So che la situazione dal punto di vista della proprietà è abbastanza complicata e problematica. Mi auspico – conclude Beppe Tanelli – che la conservazione della struttura liberty sia gestita con trasparenza e la più ampia compartecipazione; sia l’elemento aggregante di tutti i soggetti che hanno a cuore il patrimonio artistico e architettonico dell’Isola d’Elba”. Sconforto e profonda delusione per lo stato attuale delle cose, sono i sentimenti provati da Paolo Ferruzzi che grida ‘Vergogna’ per il tempo che si è sprecato senza far niente per fermare il degrado della struttura, “Scrissi già nel dicembre 2005 – dice lo storico – di sentirmi scoraggiato nel vedere che in vent’anni niente sia stato fatto (e forse altre “grida” furono da altri precedentemente urlate), se non assistere al crollo oltre che materiale anche morale per una intera isola”. E il mausoleo di Coppedè è un bene da custodire. L’artista, scoperto a Roma dal deputato Pilade Del Buono mentre esponeva i suoi progetti eseguiti per il Pensionato Artistico Nazionale, si cimentò, ancora giovane artista e architetto, sull’Isola toscana soprattutto e in particolare per le dimore dell’onorevole elbano. A lui si deve una villa a Poggio, la casa padronale a San Martino, la Casa del Fascio in via Guerrazzi, il Palazzo dei Merli, gli Uffici degli Altiforni in Calata Italia e la Cappella funeraria per la Famiglia Del Buono al cimitero dei Neri, sempre a Portoferraio. Fra le committenze elbane ci fu anche la famiglia Tonietti. “Costruito sul promontorio del Cavo – scrisse Ferruzzi nel 2005 – è costituito da un imponente torrione che sembra ricordare un faro, dal palese significato allegorico, ed è impostato su di una base quadrilatera cinta da una balaustrata. Realizzato in granito elbano con inserti in marmo bianco. L’ingresso è sormontato da un arco a tutto sesto impostato su doppio ordine di colonne serliane e arricchito da grandi protome antropomorfe angolari, da leoni alati quali imposta della scalinata, da prue rostrate e dall’aquila che sovrasta la scritta Famiglia Tonietti. L’Elba civile tutta – conclude l’articolo – deve vergognarsi per lo stato di degrado in cui lo tiene abbandonato”.

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