“Una dialettica vivace e propositiva è alla base dell’elaborazione di politiche lungimiranti”. Chiara la premessa del Ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, che con un videomessaggio di saluto all’incontro organizzato a Padova da Fsp Polizia per illustrare una Proposta di legge in materia di ordine pubblico, controllo del territorio e tutela dell’incolumità fisica degli operatori delle Forze dell’ordine, ha focalizzato l’attenzione sull’importanza della sinergia con il Sindacato.
Una premessa condivisa dai sottosegretari all’Interno, Nicola Molteni, e alla Giustizia, Andrea Ostellari, che non a caso hanno raccolto le proposte di Fsp Polizia, e se ne faranno portatori nell’ambito del vasto lavoro che riguarda il pacchetto sicurezza.
La Proposta di Fsp è stata discussa nell’ambito del convegno “Ordine pubblico e controllo del territorio: tra diritti e tutele”. E proprio sull’ordine pubblico ha focalizzato il proprio saluto Piantedosi, ricordando come sia “materia delicata e complessa ma anche particolarmente impegnativa perché gli scenari di ordine pubblico a volte sono imprevedibili, ed è indispensabile operare nei servizi con la necessaria serenità”. Ribadendo che “non c’è contrapposizione fra chi manifesta e chi lavora”, il ministro ci ha tenuto a sottolineare che “è motivo di orgoglio ricordare come nel nostro paese gli eventi di ordine pubblico si svolgano in piena sicurezza”.
Ma l’ordine pubblico come anche il controllo del territorio rimangono servizi ad “alto impatto” per gli operatori, con conseguenze pesanti e sconosciute ai più, anzi spesso lette in un’ottica alterata se non addirittura rovesciata rispetto alla realtà. E’ il punto di partenza da cui Fsp ha preso le mosse per denunciare che è considerato normale pensare che fra i compiti dei poliziotti ci sia quello di subire ogni tipo di sfogo dalla piazza, e perché la tutela loro garantita quando subiscono oltraggi e violenze non è equiparata a quella degli altri soggetti che rappresentano lo Stato.
Il primo a prendere la parola al convegno, moderato dal Segretario Regionale Fsp Veneto, Maurizio Ferrara, è stato il Segretario Generale Fsp Polizia, Valter Mazzetti, che ha iniziato con un doveroso pensiero a Cristian Di Martino, il poliziotto tornato a casa dopo la brutale aggressione che ne ha messo seriamente in pericolo la vita.
“Al centro di tutto c’è la dignità dei nostri poliziotti – ha spiegato Mazzetti -, che sono sempre in prima fila, in ogni epoca e con ogni governo, e per i loro servizi subiscono spesso conseguenze gravi. Eppure i Servitori dello Stato in divisa sono considerati di serie ‘B’. Ciò che per noi è previsto in un modo, per altri, come i corpi politici o giudiziari, è previsto in un altro. Rappresentiamo lo Stato alla stessa maniera, ma siamo tutelati più tiepidamente, pur se abbiamo responsabilità importanti da gestire prendendo spesso decisioni delicatissime in pochi secondi e per le nostre responsabilità paghiamo sempre più severamente. Le Forze dell’ordine sono il front office dello Stato ma non buttafuori da strada, ed è ora di garantirgli senza se e senza ma una tutela piena e congrua, codificando il divieto di venire a contatto con gli operatori”.
Un’esigenza sempre più pressante, come ha evidenziato anche il Questore di Padova, Marco Odorisio, che ha espresso preoccupazione per “questo clima di sempre maggiore avversione e ostilità verso le forze dell’ordine, spesso dettato da pregiudizi ideologici”.
Un clima denunciato con grande forza anche dal sottosegretario all’Interno, Nicola Molteni che, condividendo pienamente le motivazioni che stanno alla base delle proposte di Fsp Polizia le ha definite “intelligenti e utili”, spiegando che “il Governo le guarda con grande attenzione e si inseriscono in quel solco del pacchetto sicurezza che va esattamente nella stessa direzione”.
“Il Sindacato è fondamentale – ha sottolineato Molteni -, ed Fsp Polizia con questa iniziativa continua a dimostrarlo. Voglio esprimere gratitudine e rispetto assoluto per gli appartenenti alle Forze dell’ordine, e ribadire che il tema sicurezza è fondamentale, ed è tornato al centro dell’agenda di governo. Perché sicurezza e legalità vogliono dire democrazia, crescita e sviluppo. Si fa sicurezza in tanti modi, con un impianto normativo adeguato, mettendo risorse, e anche lavorando a una visione corretta rispetto al lavoro delle Forze dell’ordine. Di recente, a partire dai fatti di Pisa e Firenze, sta passando un messaggio che va nella direzione opposta rispetto alla realtà, di demonizzazione delle Forze di Polizia, di criminalizzazione. E’ qualcosa di dannoso e pericoloso per la tenuta sociale del paese. E’ inaccettabile ribaltare il senso del lavoro delle Forze dell’ordine: sono esattamente loro che garantiscono i diritti altrui di manifestare. Se chi manifesta si muove nel perimetro di legalità non ha proprio nulla da temere. Quest’anno fin qui abbiamo avuto 6.300 manifestazioni, il 30% in più dello scorso anno. Meno del 2% ha avuto problemi. E’ alquanto evidente il valore assoluto della professionalità del lavoro delle Forze dell’ordine e non consentiremo a nessuno di dire il contrario”.
Anche il Sottosegretario alla Giustizia, Andrea Ostellari, si è detto completamente d’accordo con le motivazioni e i contenuti della proposta di legge di Fsp: “La prendiamo, la studieremo e cercheremo di capire come meglio si possa inserire nel lavoro emendativo che stiamo portando avanti per realizzare la migliore tutela possibile degli operatori di Polizia” ha detto, dopo aver ricordato che: “E’ necessario il riordino di un sistema che rispetto alle forze dell’ordine ha subito rallentamenti e ritardi. Ed è necessario anche evitare ogni intervento inopportuno sulla gestione di chi delinque e sconta la sua pena perché non si abbiano effetti nefasti sull’operato degli operatori di Polizia. Ma soprattutto non sono ammesse ambiguità né messaggi fuorvianti da parte di chi ha responsabilità di governo. Non è ammissibile mettere sullo stesso piano chi manifesta superando i limiti da rispettare e le forze dell’ordine che vi si trovano di fronte. E’ giusto parlare di diritti, ma è altrettanto giusto parlare di doveri, dell’importanza delle regole, e di rispetto del lavoro, del lavoro dei Servitori dello Stato che garantiscono i diritti di tutti gli altri. Serve chiarezza, di idee e di programmi”.
Concreto e deciso anche l’intervento del Segretario generale aggiunto Fsp con delega all’Ordine pubblico, Fabrizio Lotti, che è tornato sul ‘tema dolente’ dei protocolli operativi: “La proposta di Legge si fonda su una ratio precisa, che a sua volta parte da un’esigenza che il poliziotto ha, forte e ineludibile: quella di sapere cosa deve fare, quando e come. Vuole saperlo dal legislatore, vuole saperlo dall’autorità giudiziaria, ma vuole un quadro esatto di cosa gli si chiede. Il poliziotto rappresenta lo Stato, non è uno che va in piazza o in strada perché non ha nulla da fare. E’ comandato a svolgere un servizio, è pagato per farlo, ha un dovere da assolvere, e deve sapere con chiarezza qual è, come deve realizzarlo e cosa può o non può fare. Senza dover finire nel mirino perché gli si chiede una cosa ma c’è chi lo contesta perché la fa”.