RISPONDERE AL BISOGNO DI SPIRITUALITÀ, ATTIVANDO PERCORSI DI IMMAGINAZIONE E TRASFORMAZIONE SOCIALE

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Uno spazio di educazione alla pace e al cambiamento, un humus facilitatore di incontri tra esperienze diverse e generatore di nuove comunità relazionali. Un luogo dove si dà valore alle testimonianze e gli studenti non sono spettatori, ma protagonisti attivi. La cultura e il patrimonio culturale possono diventare veicoli di bellezza, motivazione e solidarietà. Quest’anno il tema della pace è stato più che mai attuale, drammaticamente attuale. Così come il ragionare sui percorsi della spiritualità, perché c’è un crescente bisogno di spiritualità.

COSì SI CHIUDE LA QUARTA ESPERIENZA PER RIPENSARE L’ENERGIA DEI TERRITORI

Può essere sintetizzato nel mosaico di suggestioni che i protagonisti di Patìr Open Lab 2025 – Patrimonio Comunità Visioni, hanno raccolto nel corso della tre giorni di eventi ed incontri legati tra loro dal tema percorsi per la pace e luoghi dello spirito, il messaggio unitario lasciato in eredità all’Associazione Rossano Purpurea. La bella ed emozionante quarta edizione si chiude con questo afflato e con questo sussulto.

CANTURI: CON ROSSANO PURPUREA UNA SEZIONE RONDINE IN CALABRIA

Se Patìr – Open Lab è stato uno spazio di educazione alla pace e al cambiamento, facilitando incontri tra esperienze diverse e generando nuove comunità relazionali; per la sua apertura, visione strategica e competenza organizzativa, Rossano Purpurea – rilancia Francesca Canturi, formatrice per Rondine Cittadella della Pace – ha tutte le carte in regola per essere un nodo territoriale per la nascita di una sezione del sodalizio in Calabria. Di certo, la collaborazione tra le due realtà sarà rafforzata con l’obiettivo di attivare percorsi di immaginazione e trasformazione sociale, indispensabili per il presente e il futuro del territorio.

SMORTO (REPUBBLICA): PATIRE LUOGO CAPACE DI ACCOGLIERE E ISPIRARE

Il successo di un evento – commenta Giuseppe Smorto, giornalista di Repubblica ed intervistatore di Mimmo Lucano, insignito del Premio Patìr Giorgio Leone 2025 – dipende in modo decisivo dalla scelta dello spazio che lo ospita. Non basta che il luogo sia bello: deve comunicare un messaggio positivo, di rinascita e cura. Il luogo deve trasmettere un valore simbolico e gli ospiti – aggiunge – devono percepire di trovarsi in un luogo rigenerato, capace di accogliere e ispirare. Smorto ha apprezzato soprattutto il metodo: dare valore alle testimonianze e rendere gli studenti non spettatori, ma protagonisti attivi.

NARDI: PACE SI COSTRUISCE SOLO ATTRAVERSO EDUCAZIONE AL CONFRONTO

Il titolo della sessione a cui ha partecipato, Focolai di Pace – sostiene Patrizia Nardi, esperta in valorizzazione del Patrimonio culturale e candidature UNESCO – richiama il valore fondante della pace come costruzione quotidiana e non come dato scontato, in linea con i principi dell’UNESCO. L’Abbazia del Patire rappresenta un riferimento spirituale e culturale millenario, che continua a ispirare riflessioni sul presente. Da Patìr – Open Lab è emersa con forza la convinzione che la pace si costruisce attraverso l’educazione al confronto, il rispetto delle differenze e l’ascolto reciproco. L’auspicio – chiosa – è che la cultura e il patrimonio culturale possano diventare veicoli di bellezza, motivazione e solidarietà, a condizione che il mondo voglia davvero farsi salvare.

L’APPELLO DI IVETIC: INVESTIRE SU PATÌR COME CENTRO DEL MEDITERRANEO

La montagna sacra di Rossano e l’abbazia di Santa Maria del Patire – sottolinea Egidio Ivetic, professore ordinario di Storia moderna all’Università degli Studi di Padova – sono luoghi che da sempre invitano alla riflessione e alla contemplazione. Siamo in un punto di incontro e convergenza tra l’Oriente e l’Occidente del Mediterraneo, due poli che un millennio fa qui si sono intrecciati. Siamo anche per questo, oltre alla geografia, al centro del Mediterraneo. In questo luogo suggestivo, gli incontri del Patir si saldano simbolicamente con antiche consuetudini e lo fanno proponendo una riflessione sull’oggi, per capire e andare oltre l’incombenza dell’attualità. Quest’anno il tema della pace è stato più che mai attuale, drammaticamente attuale. Così come il ragionare sui percorsi della spiritualità, perché c’è un crescente bisogno di spiritualità. Il Patir è anche un momento per stare insieme, per fare comunità. In definitiva, gli incontri attorno al Patire esprimono – conclude con un appello ad investire su Patìr – una cultura pienamente consapevole del proprio tempo.

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