Libia, vertice a Palazzo Chigi: approvata la mozione leghista

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Roma – Al vertice sulla crisi libica tenutosi questa mattina a Palazzo Chigi Umberto Bossi non c’era, ma è stato tenuto in costante aggiornamento. Già ieri, dopo aver riunito i suoi a via Bellerio, il Senatur si diceva certo di ottenere l’appoggio del premier alla mozione della Lega: “Berlusconi non è scemo e non vota per far cadere il governo”.

E infatti, all’uscita da Palazzo Chigi, il capogruppo della Lega alla Camera Marco Reguzzoni ha detto che l’accordo raggiunto è “soddisfacente per il mio partito”. Ovvero, ancora una volta Bossi ha ottenuto con il ricatto quello che voleva da Berlusconi.

Il testo della mozione presentata dal Carroccio non è stato modificato. È stato solamente aggiunto un settimo punto che, ha spiegato Reguzzoni, “riguarda la razionalizzazione delle missioni in corso”. Tradotto, questo significa che non ci saranno aggravi fiscali per finanziare l’intervento in Libia, come aveva chiesto la Lega, ma piuttosto ci sarà un ridimensionamento graduale delle altre missioni italiane all’estero, tra cui quelle in Libano e Afghanistan.

Il governo, a questo punto, dovrà concordare con gli alleati una data per la fine delle operazioni e poi comunicarla al Parlamento. Ma dalla Nato fanno sapere che non è possibile fissare con certezza un termine alla durata della missione militare in Libia. “La missione durerà il tempo che sarà necessario”, ha detto Rinaldo Veri, il vice ammiraglio alla guida delle attività marittime della missione Unified Protector.

Durante il vertice il premier ha invitato la maggioranza ad essere più coesa. Inoltre, secondo quanto riferiscono alcuni presenti, Berlusconi avrebbe ammesso che la partecipazione dell’Italia al raid in Libia è stata una scelta obbligata, e avrebbe gudicato molto grave l’uccisione del figlio di Gheddafi.

Questa mattina, intervenendo alla Telefonata di Maurizio Belpietro su Canale 5, anche il presidente del Copasir Massimo D’Alema ha dichiarato che “l’intervento militare era necessario, altrimenti l’alternativa era quella di assistere al massacro di migliaia di persone e di chi si batte per la democrazia”. Ma riguardo l’accordo sulla mozione, l’ex presidente del Consiglio non ha risparmiato alcuna critica. “Si impapocchierà un documento confuso per accontentare tutti”, aveva preventivato D’Alema.

Il Terzo Polo definisce una “pantomima umiliante” il confronto a distanza di questi giorni tra Bossi e Berlusconi. La mozione imposta alla maggioranza dalla Lega, secondo l’opposizione di centro-destra, rivela le “evidenti divisioni all’interno del governo”.

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