Cerimonia in memoria delle vittime del terrorismo, ma alcuni familiari non ci stanno. Vogliono verità, giustizia e solidarietà

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strage1brigOggi si è si celebrata per la prima volta al Quirinale il “Giorno della memoria”, istituito con la legge n. 56 del 4 maggio 2007, simbolicamente nella ricorrenza dell’assassinio dell’on. Aldo Moro, “al fine di ricordare tutte le vittime del terrorismo, interno e internazionale, e delle stragi di tale matrice”.
La cerimonia al Quirinale è stata preceduta dalla deposizione da parte del Capo dello Stato di una corona di fiori in via Caetani davanti alla lapide che ricorda il sacrificio dell’on. Moro ed ha visto la partecipazione di numerosi familiari di vittime di atti di terrorismo.
Nei giorni scorsi alcuni familiari sono stati intervistati dalla Rai per una sorta di documentario. Tra questi familiari anche Rosaria Serravalli. Che doveva successivamente parteciapre anche alla cerimonia. Ma.
Ma all’improvviso, ieri, la sua partecipazione come invitata è stata annullata dall’organizzazione del Quirinale.
La signora Rosaria Serravalli ha perso, nella strage della Stazione di Bologna, 2 figlie ed una sorella.
E’ un “tragico” biglietto da visita.
E perchè non è stata invitata?
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“Non sono stata invitata – ha detto la signora Serravalli – forse per le “forti” dichiarazioni che ho fatto alla giornalista della Rai. Sul modo con cui il Sindaco di Bari ha ma sopratutto il Governatore della Puglia, Niki Vendola, ha trattato la mia persona ed il mio essere donna, e mio figlio. La profonda delusione che abbiamo del mondo politico italiano ricco di parole ma scarso di fatti, escluso il risarcimento, ci obbliga ad essere cittadini con una visione particolare della società italiana.”
Ieri alla nostra redazione era pervenuta la lettera del Dott. Lorenzo Conti, figlio del Sindaco di Firenze ucciso dalle Brigate Rosse.
“Come ho già dichiarato in passato, e sono passati alcuni anni, non ho alcuna intenzione di partecipare a cerimonie celebrative in ricordo delle vittime del terrorismo – ci ha scritto Lorenzo Conti – se non verrà prima concluso un percorso che dia loro la verità e la giustizia che da troppi anni attendono: per quanto riguarda l’assassinio di mio padre Lando Conti da parte delle Brigate Rosse – Partito Comunista Combattente, dopo ventitre anni non se ne conoscono ancora gli esecutori materiali. Ma non basta: da qualche mese la Procura di Firenze ha anche deciso di archiviare il caso…”
Ecco cosa vogliono i familiari delle vittime del terrorismo: solidarietà, verità e giustizia.
Sono decine di anni che aspettano.
Ed aspettano verità e giustizia anche gli italiani.
Senza retorica: per non dimenticare.

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