Ieri tutti a scrivere, non delle ragioni che hanno portato in piazza centinaia di migliaia di cittadini, ma sulla cronaca e sulla violenza accaduta nella manifestazione di Roma.
Dopo i fatti di ieri mi sono posto una domanda: ma senza la violenza della Rivoluzione Francese del 1789 avremmo oggi ancora le monarchie assolute a governare i popoli europei!
L’attuale situazione politca italiana assomiglia molto al periodo pre rivoluzione francese.
E’ sufficiente modificare i nomi dei protagonisti e vedremo che la situazione è identica.
Allora durante i regni di Luigi XV e Luigi XVI diversi ministri, tra i quali Anne Robert Jacques Turgot e Jacques Necker in primis, cercarono di risanare la situazione economica. Si dedicarono principalmente alla modifica del sistema tributario in modo da renderlo più equo ed uniforme ma non vi riuscirono, in quanto tali iniziative incontrarono una forte opposizione da parte di nobiltà e clero. Il 19 febbraio 1781 Necker rese pubblico il bilancio dello Stato, il quale percepiva 503 milioni di entrate contro 629 milioni di spese; il debito pubblico ammontava a 318 milioni, l’equivalente alla metà delle spese. Un dato che scandalizzò fortemente l’opinione pubblica fu la spesa personale sostenuta dalla corte in un periodo, per la quasi totalità della popolazione francese, di fame e miseria: 38 milioni tra feste e pensioni per i cortigiani.
Charles Alexandre de Calonne, nominato Ministro delle Finanze il 3 novembre 1783, intraprese una politica di spese consistenti volta a convincere i potenziali creditori che la Francia godeva di un’ottima solidità finanziaria. Nel breve termine sperava in una dimostrazione di supporto da parte dell’Assemblea dei Notabili, che avrebbe permesso di ottenere dei prestiti con cui far fronte alle spese. In seguito, con uno studio dettagliato della situazione finanziaria, si rese conto che la sua politica economica non era sostenibile e indicò il bisogno di fare delle importanti riforme. In particolare propose un codice tributario uniforme per le proprietà terriere, con il quale tutti sarebbero stati tassati senza eccezioni, nobiltà e clero compresi. Quando Calonne, il 22 febbraio 1787, espose la necessità di attuare la riforma proposta, l’Assemblea dei Notabili, formata principalmente da benestanti non intenzionati a pagare nuove imposte, rifiutò di accettare le sue soluzioni. Le finanze francesi erano alla bancarotta; secondo François-Auguste Mignet, i prestiti ammontavano a 1.646 milioni di livre e c’era un deficit annuale di 46 milioni.
Sappiamo tutti come andò a finire.. Stati Generali, Assemblea Nazionale, Assemblea Nazionale Costituente, presa della Bastiglia, abolizione del feudalesimo, Riforma amministrativa ed elettorale, Riforma economica, Questione religiosa, Costituzione del 1791, Caduta della monarchia e instaurazione della Prima Repubblica.
E’ solo storia. E la storia a volte si ripete.
Riccardo Cacelli