Il bilancio, stando a quanto dichiarato dal procuratore di Parigi Rémy Heitz, responsabile della sezione antiterrosimo che sta conducendo le indagini sull’accaduto, è di 2 morti, una persona in stato di morte cerebrale e 12 feriti, di cui 6 in gravi condizioni.
Tra le vittime identificate ci sono un turista thailandese di 45 anni e un afghano residente a Strasburgo.
Tra i feriti un giovane giornalista italiano: sarebbe in gravi condizioni
Tra i feriti c’è anche Antonio Megalizzi, 28enne giornalista italiano che lavora per la radio Europhonica. Megalizzi è stato ferito alla testa e secondo l’Ansa, che cita fonti qualificate, lotta tra la vita e la morte nell’ospedale dove è ricoverato.
Il padre della fidanzata di Megalizzi ha detto che il giovane “è in coma e non si può operare per la posizione gravissima del proiettile che è arrivato alla base del cranio, vicino alla spina dorsale”.
L’attentatore, che era già stato in carcere per reati comuni e successivamente segnalato come elemento ‘radicalizzato’, è stato identificato con il nome di Chérif C. (secondo Reuters, che cita fonti di polizia, il cognome sarebbe Chekatt), 29 anni, di Hohberg, nel distretto di Koenigshoffen a Strasburgo, nato in Francia da genitori stranieri.
Il procuratore di Parigi: “Fermate quattro persone vicine all’aggressore”
Il procuratore di Parigi ha detto che alcuni testimoni avrebbero sentito l’aggressore urlare ‘Allah Akbar’.
Heitz ha aggiunto che le forze dell’ordine hanno fermato quattro persone vicine a Chekatt, che ha ricevuto 27 condanne per reati comuni tra Francia, Germania e Svizzera. Secondo Reuters, che cita fonti vicine agli inquirenti, le quattro persone in stato di fermo sarebbero i genitori e i due fratelli di Chekatt.
Il procuratore ha ricostruito gli spostamenti dell’aggressore per le strade del centro: armato di pistola e coltello, ha sparato a più riprese, prendendo di mira anche quattro militari, che hanno risposto al fuoco e lo hanno ferito ad un braccio.
Successivamente Chekatt si è rifugiato su un taxi e si è fatto portare nel quartiere Neuhof, nel sud di Strasburgo. L’uomo ha detto al tassista di aver sparato a dei soldati e di aver ucciso 10 persone.
Sceso dal taxi, Chekatt ha trovato ad attenderlo altri agenti di polizia: dopo un nuovo scontro a fuoco è riuscito a far perdere le proprie tracce.
“Mirava alla testa delle persone”
L’assalitore, secondo la testimonianza di una donna francese raccolta da Bmf Tv, mirava dritto alla testa delle sue vittime. “È andato verso un signore che stava camminando davanti a me e gli ha sparato alla testa. L’uomo è crollato e lui ha sparato una seconda volta su un’altra persona, che è caduta a terra”.
Chekatt tra i casi di doppia schedatura
Chekatt, riporta l’Ansa, è uno dei casi di doppia schedatura in Francia: era infatti segnalato sia nel noto elenco denominato “S”, cioè gli elementi che rappresentano un rischio per la sicurezza dello stato, sia nel meno conosciuto FSPRT, lo schedario segnalazioni per la prevenzione e la radicalizzazione a carattere terroristico.
La schedatura tradizionale, quella “S”, risale al 2015, quando Chekatt uscì di prigione, dopo una segnalazione del personale carcerario che parlava in un rapporto di segnali di radicalizzazione.
Qualche mese dopo, nel gennaio 2016, fu inserito anche nel FSPRT, schedario informatico di importanza fondamentale per la lotta al terrorismo. Ne fanno parte circa 20mila persone in Francia, metà delle quali sono attualmente sotto stretta sorveglianza.
Al contrario della schedatura “S”, che riguarda tutte le persone che possono minacciare lo stato (ne fanno parte estremisti islamici ma anche militanti di estrema sinistra o tifosi hooligan), del FSPRT fanno parte soltanto individui radicalizzati.