Tutto ma non la melina: il tiki taka di Westminster, la lunga serie di passaggi ravvicinati della Camera dei Comuni che chiede più tempo per discutere sulla ratifica dell’accordo raggiunto con Bruxelles sulla Brexit, non è nelle corde di Boris Johnson. Per rompere l’impasse, il premier britannico ha proposto un accordo al leader laburista, Jeremy Corbyn: una parentesi più ampia di discussione in cambio della convocazione di elezioni anticipate nel Regno Unito per il 12 dicembre prossimo.
La proposta di Johnson: tempo in cambio di elezioni anticipate
“Abbiamo avuto tre anni e mezzo per discuterne. Siamo molto ragionevoli – dice Boris Johnson – se volete veramente più tempo, è possibile averlo, eccolo qui. Ma la condizione è che siamo tutti d’accordo di andare alle elezioni generali il 12 dicembre. La ragione di questa scadenza è legata al fatto che, in alternativa, non penso che i cittadini britannici possano credere che il Parlamento agisca entro la data fissata. Sono trascorsi tre anni e mezzo senza riuscirci, quindi ora facciamolo e usciamo dall’Ue”.
If this Parliament can’t get Brexit done, then we need one that will. I’m determined to lead this country forward ?? pic.twitter.com/uzUQGo1g8G
— Boris Johnson (@BorisJohnson) October 24, 2019
Jeremy Corbyn, il “Temporeggiatore”
Dal canto suo, Jeremy Corbyn procede cauto sul terzo tentativo d Johnson di portare il Paese alle elezioni: il leader dell’opposizione ha dichiarato di voler attendere la decisione di Bruxelles, in merito alla proroga, attesa per venerdì.
“Togliete il ‘no deal’ dal tavolo – dichiara – e noi appoggiamo assolutamente un’elezione. Chiedo di andare al voto da tempo perché questo Paese ne ha bisogno per affrontare le tante questioni di ingiustizia sociale, ma il ‘no deal’ deve essere tolto dal tavolo”.
Venerdì i 27 leader europei avrebbero dovuto decidere, e molto probabilmente concedere, una proroga della Brexit fino al 31 gennaio. Ma l’incertezza di Londra sul suo futuro prossimo sembra porre un freno anche su questo accordo.