Quella crisi del debito che esaspera i libanesi

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Gli striscianti guai finanziari sprofondano il Libano nella più grave crisi politica dalla fine della guerra civile nel 1990 Notte di scontri a Beirut tra manifestanti e forze dell’ordine, con scambi reciproci di pietre e lacrimogeni.

Secondo la Croce rossa e la Mezza luna rossa, ci sono un centinnaio di manifestanti feriti. Mentre la polizia lamenta che una ventina di agenti ha subito traumi fisici.

Questa volta però le origini del caos non sono legate alle questioni settarie. Sei settimane fa il moderato, Said Hariri, è stato costretto ad abbandonare il posto di primo di ministro, sotto la pressione della piazza in fermento.

Da allora, il Paese dei cedri non ha un esecutivo. Ma tutte le equazioni di pesi e contrappesi etnici e religiosi tra le comunità che compongono il piccolo stato mediterraneo, sembrano dare, per guidare il governo, un solo un nome: ancora Said Hariri.

Questo risultato obbligato semina rabbia tra i manifestanti perché vedono in lui l’immagine ingentilita della classe dirigente corrotta contro cui protestano. Reclamano, infatti gli attivisti, la nomina di una personalità indipendente

Oltretutto, non è detto che un eventuale esecutivo Hariri 2 tenga la strada, infatti il cristiano Michel Aoun, presidente della repubblica, ha detto che il suo partito non sosterrà una tale soluzione.

Ma la paralisi politica è il risultato di una grave crisi finanziaria, che ha spinto i responsabili politici ad adattore misure fiscali supplementari, erodendo il reddito di cittadini e imprese.

La settimana scorsa, parte della comunità internazionale, riunita a Parigi per trattare la crisi libanese, ha subordinnato eventuali aiuti economici all’assunzione di una chiara agenda riformista da parte della classe dirigente del Paese del Vicino oriente.

Il ministro degli esteri francese, Le Drian, pensa soprattutto a chiari impegni contro la corruzione.

L’agenzia di notazione internazionale Fitch ha degradato il rating creditizio libanese da Tripla a Doppia C, facendolo danzare sull’orlo del default.

Il Libano ha un debito pubblico elevato: il 155% del Pil. Ma i suoi creditori sono soprattutto banche locali, che a causa della situazione e della scarsa liquidità in dollari, rischiano un deficit di fiducia.

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