Mentre la pandemia di coronavirus continua a diffondersi nel mondo, c’è uno stato che rimane ai margini del contagio, almeno così sembra dai dati ufficiali. Attualmente la Russia ha solo 438 casi e una vittima, secondo gli ultimi dati del Center for Systems Science and Engineering della Johns Hopkins University. Su una popolazione totale di 147 milioni di persone, sono dati molti bassi, nettamente inferiori a quelli di altri grandi Paesi dell’Europa occidentale, dove ci sono decine di migliaia di casi. Per fare un confronto, basti pensare che il Lussemburgo, con circa 602.000 abitanti, registra 798 casi e 8 vittime.
In un articolo pubblicato dall’agenzia di stampa TASS, il vice presidente Tatyana Golykova ha dichiarato che il governo ha mantenuto il virus sotto controllo limitando i viaggi e mettendo in quarantena le persone. Secondo le autorità russe, la strategia di Putin sembra aver funzionato. Il numero dei casi nel Paese è sorprendentemente basso, nonostante la Russia condivida un lungo confine con la Cina e abbia registrato il suo primo caso a gennaio. Le misure di risposta rapida della Russia, come chiudere il confine con la Cina il 30 gennaio e creare zone di quarantena, potrebbero aver contribuito a ritardare una vera e propria epidemia, sostengono alcuni esperti.
“Il direttore genale dell’Oms ha detto “test, test, test”. Beh, la Russia ha iniziato a farlo letteralmente alla fine di gennaio”, ha detto la Dott.ssa Melita Vujnovic, rappresentante dell’Oms in Russia, citata dalla CNN, aggiungendo che il Paese ha adottato una serie di misure più ampie oltre ai test. “I test e l’identificazione dei casi, il tracciamento dei contatti, l’isolamento, queste sono tutte misure che l’Oms propone e raccomanda e sono state in vigore tutto il tempo. E il distanziamento sociale è la seconda componente che davvero è iniziata relativamente presto”, ha spiegato.
Rospotrebnadzor, servizio federale per la sorveglianza della protezione dei diritti dei consumatori e del benessere umano, ha dichiarato di aver condotto oltre 156.000 test in totale. La Russia afferma di aver testato la popolazione in massa dall’inizio di febbraio, incluso negli aeroporti, concentrandosi sui viaggiatori provenienti da Cina, Iran e Corea del Sud. Questo non significa che non ci siano stati degli errori. La Russia non ha iniziato a testare immediatamente le persone provenienti dall’Italia e da altri Paesi pesantemente colpiti dalla pandemia, riporta la CNN. La maggioranza dei casi di coronavirus in Russia sono stati portati dall’Italia, secondo le autorità sanitarie russe.
Ma ora iniziano ad emergere le voci di un insabbiamento da parte del governo sui reali dati della Russia. I dottori del Paese sostengono che il governo stia coprendo i casi di coronavirus e che stia costringendo il personale sanitario a curare i pazienti infetti senza dispositivi di protezione. Anastasia Vasilyeva, a capo del sindacato Alleanza dei medici, ha dato voce a queste accuse. Ha sollecitato i dottori russi a rendere pubbliche le informazioni sul reale stato dell’epidemia nel Paese. “Mentre tutto il mondo sta affrontando l’epidemia di un nuovo coronavirus, la Russia sta affrontando l’epidemia di una polmonite acquisita in comunità. E come al solito, stiamo affrontando le menzogne delle autorità”, ha detto Vasilyeva.
Secondo Vasilyeva, le autorità russe si riferiscono ai casi di coronavirus come ad una polmonite ordinaria, che implica che siano diversi dalla pandemia di coronavirus. In un video, l’esperta sostiene: “Colleghi, siete stati mobilitati per combattere la cosiddetta polmonite acquisita in comunità e allo stesso tempo, vi fanno nascondere la reale situazione, tacere sull’assenza di dispositivi di protezione. Mettono a rischio voi e tutto il Paese. Questa è la stupidità delle autorità. Le autorità vogliono evitare il panico. Non sappiamo se stiamo avendo a che fare con un’infezione mortale o solo con una polmonite. Stiamo già sperimentando una mancanza di letti d’ospedale per la cosiddetta polmonite acquisita in comunità. Il nostro compito comune è chiedere le protezioni utilizzate in tutto il mondo. Vi intimidiranno e minacceranno persino di licenziarvi, ma quella minaccia non è niente rispetto al rischio di infettarvi e di infettare i membri delle vostre famiglie”.
Io penso che non vogliano dire la verità. Penso che abbiamo migliaia di casi di coronavirus in Russia, ma nessuno sa davvero quanti. La Russia non è assolutamente pronta per l’epidemia. Sono più che sicura che i casi gravi e le morti saranno semplicemente nascosti alla popolazione”, ha aggiunto Vasilyeva.
I casi di polmonite, che può essere causata dal coronavirus, sono aumentati del 37% a Mosca rispetto all’anno precedente a gennaio, secondo Rosstat. I dati mostrano che la capitale russa ha registrato 6.921 casi di polmonite a gennaio, rispetto ai 5.058 dell’anno precedente. I casi polmonite a livello nazionale sono aumentati di oltre il 3% rispetto allo scorso anno.
Un medico di famiglia di Mosca ha dichiarato a CBC News che la clinica ha visto un visto una serie di pazienti recentemente che probabilmente avevano il coronavirus, ma che i dottori non le hanno riportate alle autorità sanitarie federali perché erano preoccupati delle condizioni all’interno dei siti di quarantena in cui sarebbero state inviate. “Ho avuto a che fare con pazienti con sintomi lievi che sono convinto avessero il coronavirus, ma non le ho riportate al numero di emergenza perché mi rifiuto di vederle messe in isolamento in chissà quale tipo di condizioni insieme ad altri pazienti”, ha detto il dottore, secondo quanto riporta CBC News.
Le autorità russe hanno negato con forza le affermazioni di Vasilyeva. Il Dipartimento della Sanità di Mosca ha dichiarato: “Poiché Mosca ha rafforzato le misure preventive e migliorato la qualità del trattamento della polmonite, vengono utilizzati 3 ospedali come posti per la ricerca di pazienti specifici”. Ha aggiunto che il grande numero di casi di polmonite è dovuto a questa riorganizzazione e che ogni paziente è stato testato per il coronavirus, risultando negativo. Ha anche “negato le informazioni sulla mancanza di mascherine e tute protettive e sulla costrizione dei dottori a trattare i pazienti non affetti da coronavirus”. “Poiché il capo dell’unione ha ripetutamente fornito informazioni false, le autorità competenti dovrebbero controllare la sua attività per violazione della legge”, ha dichiarato il dipartimento.
Inevitabilmente, questa situazione riporta alla mente di molti la copertura del disastro nucleare di Chernobyl del 1986 durante l’era sovietica. “Non credo ai numeri del coronavirus”, ha detto Ekaterina, commercialista di Mosca, secondo quanto riporta The Independent. “Ricordo cosa ci hanno detto su Chernboyl all’epoca. Solo ora stiamo scoprendo cosa è davvero successo”.