A Washington il silenzio di Rubio e le dichiarazioni di Saar: “Dagli Usa ci aspettiamo un impegno più concreto”

Dalla crisi umanitaria di Gaza all’Iran: i dossier caldi al centro del confronto diplomatico

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WASHINGTON DC – Al termine del colloquio riservato con il Segretario di Stato americano Marco Rubio, il ministro degli Esteri israeliano Gideon Saar ha parlato con decisione, mentre il senatore repubblicano ha preferito mantenere il silenzio davanti ai cronisti. “Israele continuerà a difendere la propria sicurezza nazionale e a garantire che le minacce provenienti da Gaza non mettano in pericolo i suoi cittadini”, ha dichiarato Saar, lasciando trasparire una linea netta che riflette l’indirizzo del governo di Tel Aviv. L’assenza di commenti pubblici da parte di Rubio, pur non insolita, ha aggiunto un’aura di riservatezza a un incontro carico di implicazioni politiche.

Gaza e il nodo umanitario

Saar ha affrontato il tema della crisi umanitaria a Gaza, sottolineando come Israele non possa permettersi di abbassare la guardia di fronte ai lanci di razzi e alle azioni delle milizie. Secondo il ministro, la sicurezza della popolazione israeliana resta prioritaria, mentre la comunità internazionale continua a esercitare pressioni per un maggiore afflusso di aiuti alla Striscia. Rubio, pur non pronunciandosi pubblicamente, avrebbe ascoltato con attenzione i dettagli sulle operazioni in corso e sulle difficoltà di gestione della situazione umanitaria.

L’ombra dell’Iran

Non meno centrale la questione iraniana. Saar ha avvertito che Teheran, con le sue milizie in Libano, Siria e Iraq, resta la principale minaccia alla stabilità dell’area. “Non esiste stabilità possibile in Medio Oriente senza un contenimento effettivo dell’Iran”, ha ribadito il ministro israeliano. La posizione coincide con quella tradizionalmente espressa da Rubio, noto per la sua linea dura contro il regime iraniano, anche se in questa occasione il senatore ha scelto di non ribadirla davanti ai giornalisti.

Rapporti bilaterali e scenari futuri

Saar ha voluto ringraziare pubblicamente gli Stati Uniti per l’assistenza militare e diplomatica, aggiungendo che Israele si aspetta “un impegno ancora più concreto” da parte di Washington. Dietro le quinte, secondo fonti diplomatiche, Rubio avrebbe confermato il sostegno americano, sottolineando la continuità della partnership anche in settori non strettamente legati alla sicurezza, come la tecnologia e il commercio.

Un segnale politico

Il silenzio di Rubio e le parole di Saar compongono un quadro eloquente: Israele cerca rassicurazioni e ribadisce la propria linea, mentre a Washington la politica resta attenta ma prudente. In un contesto internazionale scosso da conflitti e tensioni, l’incontro tra i due leader non ha prodotto annunci clamorosi, ma ha riaffermato una convergenza di fondo che rimane fedele alla difesa di Israele.

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