Le scelte dei due allenatori – Una novità per parte, in soldoni. In casa PSG non c’è Verratti dal 1′, e in qualche modo ci si attendeva: solo panchina per l’ex Pescara, ma Tuchel recupera almeno Navas tra i pali. Per quanto riguarda il Bayern, invece, Flick conferma il grosso del blocco di titolari, e rispetto alla semifinale inserisce Coman tra i titolari al posto di Perisic. Tutte presenti le grandi stelle: Mbappe e Neymar tra i parigini, il realizzatore principe di questo torneo Lewandowski.
Il primo tempo comincia nel segno del PSG – Dai primi palloni, in quel di Lisbona parrebbe cominciare meglio il Paris Saint-Germain. E le sensazioni trovano anche la conferma del campo, visto che dopo un paio di circostanze in cui Mbappe non riesce ad esplodere il suo destro come vorrebbe, la prima grande chance capita sui piedi dell’altra stellina dei parigini, Neymar. Il brasiliano arriva davanti a Neuer ma viene fermato proprio dal Muro Tedesco nella sua corsa verso la rete.
Esplode la prima frazione: ritmi altissimi – Da quell’occasione, ecco che si incendiano i ritmi, ed arrivano occasioni in profusione. Il Bayern Monaco reagisce immediatamente, e va vicino al vantaggio. Chi, se non Lewandowski? Il polacco si inventa un’occasione quasi dal nulla, girandosi in un fazzoletto da spalle alla porta e venendo fermato solamente dal palo. Altro giro di occasioni dalle due parti nei minuti successivi del primo tempo, anche se meno succose rispetto a quelle precedenti, e si registra anche un abbandono forzato: al 25′ Boateng lascia il campo per un infortunio, e al suo posto entra Sule.
Due lampi intorno al recupero, ma 0-0 all’intervallo – Seconda parte di primo tempo in cui la contesa sembra decelerare, finché non si arriva nei paraggi del recupero. Lì due situazioni pericolosissime nell’arco di pochi istanti. Mbappe prima grazia Neuer, e Alaba – autore di un errore piuttosto marchiano – con un tiro lento e centrale. Poi, un rigore richiesto dai bavaresi per un contatto Kehrer-Gnabry in area, con Orsato che però fa proseguire, e sembra anche aver ragione. All’intervallo, dunque, è 0-0.
Un lampo chiamato Coman: uno lo fa, l’altro lo sfiora – La ripresa pare cominciare sulla falsariga del primo tempo, con le due squadre inizialmente un po’ titubanti, e più desiderose di studiarsi rispetto ad un affondo immediato. Serve un episodio, e questo arriva poco prima del minuto 60: azione sulla destra con Gnabry e Kimmich che dialogano, cross di quest’ultimo al bacio sul secondo palo, dove sbuca Coman tutto solo che sigla un facile gol di testa. Potrebbe pure raddoppiare qualche istante più tardi, ma sulla strada tra lui e la doppietta trova un Thiago Silva stoico a salvare sulla linea di porta.
Il PSG accusa mentalmente il colpo – Da lì sembra iniziare un’altra partita. Tuchel si gioca quasi subito la carta Verratti, e poco dopo butta dentro anche Draxler al posto di Herrera: le cose, però, non cambiano granché: i parigini accusano fortemente il gol subito, e forse anche la mancanza di esperienza a certi livelli di molte sue individualità, a differenza di quelle dei bavaresi. E se Icardi rimane in panchina per 90′ più recupero, con Choupo-Moting che gli viene preferito al posto di Di Maria. Una sola grande occasione per i parigini, quasi subito dopo lo svantaggio: fondamentale però Neuer che fa muro.
Assalti finali dei parigini – Il tabellone luminoso del recupero segna 5 minuti, lasciando al PSG speranze residue per completare la rimonta. L’occasione arriva sul piede di Choupo-Moting che, trovato da Neymar, però manca l’aggancio. Non c’è più tempo: decide il gol di Coman, che regala la sesta Champions League nella storia del Bayern Monaco, al termine di una stagione mostruosa, suggellata dal Triplete.