
Londra – Pubblico oggi una “relazione” creata dal mio amico Prof. Nicola Bellini dell’Universita’ Sant’ Anna di Pisa che con i suoi colleghi dell’Universitaฬ Caโ Foscari di Venezia e l”Universitaฬ degli Studi di Napoli Parthenope hanno creato insieme un documento che illustra molto bene le politiche del turismo oltre l’emergenza che stiamo viendo in questi mesi.
Questo contributo si aggiunge a quelli prodotti nellโambito della โPost-Covid Seriesโ del think-tank Vision che, condivide lโimpostazione di fondo, ossia quella di identificare uno spazio di policy allโincrocio tra la gestione dellโemergenza ed esigenze di riforma piuฬ profonde e globali. Si tratta insomma di vedere nella crisi anche lโopportunitaฬ di costruire un futuro diverso da un passato, in cui โ come da tutti riconosciuto – non mancavano problemi importanti di sostenibilitaฬ (nel senso piuฬ ampio del termine).
La questione oggi centrale eฬ se la stagione 2020 possa effettivamente essere โdifesaโ sino ad ottenere in tempi brevi un recupero significativo, seppur parziale, rispetto ai livelli pre-Covid o se i prossimi mesi non debbano piuttosto essere utilizzati per uno sforzo importante di innovazione e ristrutturazione dellโindustria turistica che permetta, a partire dal 2021, ossia dalla riattivazione della mobilitaฬ internazionale, di consolidare e magari di rinnovare il posizionamento competitivo delle destinazioni italiane.
Il dilemma eฬ allora se sostenere lโeconomia turistica nazionale in un passaggio drammatico, ma destinato a chiudersi con un ripristino delle condizioni pre-Covid, oppure se approfittare dello stop per costruire, sin dalla fase dellโemergenza, nuove condizioni di sviluppo per un turismo che non potraฬ non essere diverso.
In altre parole, bisogna decidere se in gioco cโeฬ la โripartenzaโ oppure un vero e proprio โrinascimentoโ del turismo italiano.
La scelta eฬ eminentemente politica.
Buona Lettura.
Riccardo Cacelli