Walking in Washington DC, quarantadue chilometri a piedi nella capitale degli Stati Uniti (VIDEO)

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Ph Stefano Scibilia

WASHINGTON DC – La meta è il cammino. Abbiamo voluto mettere in pratica questa filosofia durante la nostra esperienza a Washington DC, decidendo che una volta scesi dall’autobus, che da Richmond ci avrebbe portato alla DC Union Station, non avremmo utilizzato alcun mezzo durante la nostra permanenza nella capitale degli Stati Uniti.

Ed è proprio dalla DC Union Station che inizia il nostro percorso, con la prima mezz’ora a piedi dalla stazione all’albergo, situato a pochi passi dalla White House. Lì rimediamo almeno cinque mappe di Washington e ci concentriamo sull’area circostante, puntando il nostro indice su “The Ellipse”, un parco di 52 acri dove si trovano le principali attrazioni da visitare.

Lasciamo l’albergo e iniziamo il nostro cammino verso sud, dove ci imbattiamo subito nella casa bianca, quando improvvisamente vediamo un elicottero atterrare davanti all’edificio, ben oltre la recinzione che delimita l’area in cui non è consentito l’accesso. Scopriamo in un secondo momento che si tratta proprio del presidente Joe Biden, che quel giorno ha un bilaterale con Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, anche per lei è la prima volta alla casa bianca.

The White House Ph. Stefano Scibilia

Proseguiamo il nostro cammino verso sud e intanto vediamo che passo dopo passo il Washington Monument è sempre più vicino, diversi aerei in fase di decollo dal Dulles International Airport sembrano sfiorarlo, ovviamente è solo un’illusione ottica, ma in serata scopriremo che le tre spie rosse lampeggianti in cima al monumento servono ai piloti come punto di riferimento per indicare la presenza della torre anche nelle ore notturne.

Washington Monument Ph. Stefano Scibilia

Il tempo di battere un colpo per toccare con mano il monumento e ci rendiamo conto che all’orizzonte c’è il Lincoln Memorial e decidiamo di proseguire il nostro percorso. È una giornata molto fredda, le mani sono così congelate e ferme che per le riprese con la Gopro non serve nemmeno uno stabilizzatore. Il Lincoln Memorial si trasforma in un riparo, tanto che decidiamo di passare una buona mezz’ora nel tempio che ospita l’enorme statua dell’indimenticato presidente.

Lincoln Memorial – Ph. Stefano Scibilia

Improvvisamente il cielo si apre e i nuvoloni scompaiono, la giornata cambia radicalmente e il nostro cammino può proseguire accompagnato dai raggi del sole, che riaccendono la nostra speranza da turisti. Scendiamo i gradini del Lincoln Memorial per dirigerci verso l’Ohio Drive Southwest, attraversando un ponte che ci porterà ad un altro memoriale, quello di Thomas Jefferson. Anche qui giungiamo davanti ad un tempio, di dimensioni più modeste rispetto a quello di Lincoln, ma comunque imponente, così come la statua di Jefferson al suo interno, che dalla sua altezza volge il suo sguardo verso il National Mall, come se volesse assicurarsi che dalle parti di Lincoln vada tutto bene.

Jefferson Memorial Ph. Stefano Scibilia

Percorrendo qualche metro ci imbattiamo in un altro ponte, l’Ohio Drive Bridge, per poi finire nel parco dedicato a Franklin Delano Roosevelt, scoprendo che il memoriale a lui dedicato si trova solo pochi metri più avanti. Giungiamo di fronte a questa statua, che raffigura Roosevelt in compagnia del suo cane Fala, uno Scottish Terrier che ha accompagnato la vita del presidente per dodici anni, dal 1940 al 1952. Una marea di turisti lo accarezza e noi non siamo un’eccezione.

Roosvelt Memorial Ph. Stefano Scibilia

Il tempo di fare qualche metro e già al nostro orizzonte è possibile vedere il memoriale dedicato a Martin Luther King. Alla sua destra c’è una scritta scolpita nel muro: “Fuori dalla montagna della disperazione, una pietra di speranza”.

Martin Luther King Memorial Ph. Stefano Scibilia

Il percorso ci riporta esattamente davanti al Lincoln Memorial. Questa volta però ci spostiamo alla sua sinistra per andare a vedere il Vietnam Veterans Memorial. Proprio lì, davanti a quel muro che raffigura i nomi dei soldati caduti nella guerra del Vietnam c’è una marea di turisti, ma una delle prime cose che notiamo immediatamente è un silenzio che fa rumore, che fa riflettere sulle perdite e sulle sofferenze che donne e uomini hanno dovuto affrontare dal 1955 al 1975. Vent’anni di cui per ognuno di esso c’è una fetta di muro che contiene una sfilza infinita di nomi. All’inizio e alla fine del memoriale una piccola bandierina americana impiantata nel terreno.

Vietnam Veterans Memorial Ph. Stefano Scibilia

Andiamo via da lì con la mente piena di riflessioni, che dopo qualche minuto si trasformano nella convinzione che il nostro cammino non è ancora giunto a termine. La prossima tappa è il Botanic Garden e per arrivarci dobbiamo camminare più di mezz’ora e a quel punto l’amarezza di quel memoriale si trasforma nella realizzazione che ha fatto da premessa all’inizio di questo viaggio: La meta è il cammino.

Botanic Garden Ph. Stefano Scibilia

Giunti al Botanic Garden ci fermiamo ad ammirare il vasto ecosistema di piantagioni, sia all’ingresso che all’interno. Fontanelle, ponti e una folta vegetazione ci danno per un attimo la convinzione di essere dentro una foresta fatta di piante di tea e cacao. Sembra quasi un labirinto e uscirne è più complicato del previsto. Una volta trovato il punto in cui siamo entrati ci adagiamo su una panchina contemplando l’ultima nostra meta, Capitoll Hill.

Capitol Hill Ph. Stefano Scibilia

Sono passati poco più di due anni da quel 6 gennaio 2021, quando questo luogo per giorni divenne il centro del mondo in seguito all’assalto avvenuto poco dopo le elezioni che hanno visto la vittoria dell’attuale presidente Biden, eppure l’evento è stato così recente che sembra ieri. Osservare il Campidoglio statunitense in quest’ottica fa un certo effetto. A quel punto la strada verso la stazione è tutta dritta ad una decina di minuti a piedi, gli ultimi prima di giungere lì dove tutto ebbe inizio, sulla Columbus Circle che precede la DC Union Station. Nel tragitto diamo un voto più che positivo a questa visita nella capitale e realizziamo di aver fatto quarantadue chilometri a piedi, riuscendo nell’obiettivo di non utilizzare mezzi, prendendoci passo dopo passo la capitale.

Di seguito il video dedicato a Washington DC

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