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Richmond, scontri tra polizia e manifestanti pro-Palestina alla Virginia Commonwealth University: 13 arresti

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Le proteste nei campus universitari della Virginia sono in costante aumento. Nella serata di lunedì la polizia è dovuta intervenire in una manifestazione pro-Palestina che si è svolta alla Virginia Commonwealth University di Richmond, utilizzando spray al peperoncino per disperdere la folla. Durante gli scontri sono state arrestate 13 persone.

L’università ha affermato in un comunicato che gli arrestati sono stati accusati di riunione illegale e violazione di domicilio. L’episodio che si è verificato lunedì alla VCU rientra tra le manifestazioni che si stanno diffondendo nei campus universitari in tutti gli Stati Uniti. In Virginia, le università hanno assistito a dozzine di arresti dallo scorso fine settimana: più di 80 persone sono state arrestate al Virginia Tech di Blacksburg a partire da domenica sera.

Altre 12 persone sono state arrestate sabato alla Mary Washington University a Fredericksburg. Ogni college ha affermato tramite diversi comunicati che le proteste hanno violato la politica scolastica. Altre manifestazioni nella regione non hanno portato ad arresti ma sono ancora in corso.

I manifestanti della George Washington University si sono accampati presso University Yard, uno spazio di ritrovo centrale nel campus a meno di un miglio a ovest della Casa Bianca. Martedì due parlamentari repubblicani hanno inviato una lettera al sindaco di Washington e al capo della polizia, criticando la decisione di non autorizzare la manifestazione. Inoltre altri studenti della Johns Hopkins University nel Maryland si sono accampati con delle tende di fronte all’università.

Diverse manifestazioni nei campus universitari sono iniziate dal famoso attacco del 7 ottobre, quando militanti di Hamas e altri combattenti hanno ucciso circa 1200 persone in Israele e preso più di 200 ostaggi. Secondo il Ministero della Sanità di Gaza, la successiva operazione militare di Israele per sradicare Hamas ha ucciso decine di migliaia di persone nella Striscia di Gaza. Gli studenti attraverso le manifestazioni hanno espresso sostegno per i diritti dei palestinesi, chiedendo che le loro università non facciano più investimenti in aziende che fanno affari con Israele.

Nelle ultime due settimane sono stati effettuati più di 1200 arresti nei campus di tutto il Paese. Lunedì sera alla Columbia University di New York, dove le manifestazioni nei campus hanno attirato per la prima volta l’attenzione nazionale all’inizio di questo mese, i manifestanti hanno preso il controllo di un edificio del campus. Successivamente l’università ha risposto minacciando di espellere gli studenti che occupavano l’edificio.

Nella serata di lunedì è stato allestito un accampamento alla VCU di Richmond. L’università ha affermato in un comunicato che il personale e la polizia hanno ripetutamente chiesto alle persone di rispettare le politiche e che gli agenti hanno fornito quattro avvertimenti a coloro che non hanno lasciato l’accampamento. Nella medesima occasione i manifestanti hanno lanciato oggetti e usato spray chimici contro gli agenti mentre cercavano di abbattere l’accampamento. Le forze dell’ordine hanno risposto con lo spray al peperoncino per disperdere la folla.

“Gli eventi di ieri fuori dalla Cabell Library ci ricordano le complessità che affrontiamo come università impegnata nella libertà di parola, nella sicurezza e nel funzionamento della nostra università– ha ha affermato il presidente della VCU Michael Rao -. Sebbene la nostra comunità abbia a cuore il diritto alla protesta pacifica, la creazione di strutture sul prato del nostro campus ha violato la nostra politica. Il nostro personale ha chiesto ripetutamente e rispettosamente alle persone di conformarsi. Come è successo in altri campus del Paese, si è verificato un conflitto tra polizia e manifestanti”.
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