
WASHINGTON DC – Il presidente americano Donald Trump sta intensificando le misure contro la California sulle politiche transgender. In un post pubblicato oggi sul suo social Truth, il tycoon ha dichiarato che “qualsiasi distretto scolastico della California che non aderisce alle nostre politiche transgender, non sarà finanziato”. Si tratta di un provvedimento che arriva dopo che lo scorso mese l’amministrazione Trump ha citato in giudizio il Dipartimento dell’Istruzione della California per aver permesso alle ragazze transgender di competere nelle squadre sportive femminili.
Una decisione che si pone in contrasto con l’ordine esecutivo firmato da Trump all’inizio del suo secondo mandato, che di fatto vieta agli atleti transgender di partecipare a competizioni sportive femminili. Per tale ragione l’amministrazione repubblicana ritiene che la decisione del Dipartimento dell’Istruzione violerebbe la legge federale.
La causa intentata dal Dipartimento di Giustizia afferma che le politiche degli atleti transgender della California violano il Titolo IX, ovvero la legge federale che vieta la discriminazione nell’istruzione basata sul sesso. A tal proposito la California ha citato in giudizio l’amministrazione Trump per aver intimidito illegalmente gli operatori sanitari a fermare l’assistenza di affermazione del genere per i giovani transgender. Quella causa è stata intentata con i procuratori generali di 15 stati e del Distretto della Columbia, oltre al governatore della Pennsylvania.
La politica di Trump contro i transgender
Lo scorso 20 gennaio 2025, giorno di insediamento della sua amministrazione, il presidente Donald Trump, seduto su una scrivania piazzata sul palco della Capital One Arena di Washington DC, ha firmato un ordine esecutivo con l’obiettivo di eliminare definitivamente l’idea di una “identità di genere” separata dal sesso nel governo federale. Una decisione che ha rappresentato un netto cambio di rotta rispetto all’era Biden e che di fatto ha messo fine a tutti i finanziamenti per “l’ideologia di genere”.
L’argomento in questione ha inoltre rappresentato uno dei più grandi slogan di Trump nel corso della campagna elettorale di Usa 2024. Nei numerosi comizi Trump aveva più volte manifestato la volontà di adottare “un’azione storica per sconfiggere il veleno tossico dell’ideologia di genere”. L’allora candidato alla presidenza aveva già ribadito che “Dio ha creato due generi, maschio e femmina”.
Da quel momento Trump, dopo aver vinto le elezioni, ha intensificato ulteriormente la sua battaglia contro i transgender, firmando lo scorso 5 febbraio un ulteriore ordine esecutivo che vieta ai transgender di partecipare a qualsiasi forma di manifestazione sportiva femminile. L’ordinanza venne firmata da Trump in occasione della Giornata Nazionale delle Donne nello Sport, celebrata con una cerimonia nella East Room della Casa Bianca:“Sotto la mia amministrazione difenderemo l’orgogliosa tradizione delle atlete e non permetteremo agli uomini di picchiare, ferire e imbrogliare le nostre donne e le nostre ragazze. Da ora in poi gli sport femminili saranno solo per donne. Gli uomini che affermavano di essere delle donne hanno rubato più di 3500 vittorie”.
Nel suo intervento Trump aveva anche fatto riferimento a Imane Khelif, pugile algerina che conquistò la medaglia d’oro alle Olimpiadi del 2024: “Nessuno può dimenticare che alle Olimpiadi di Parigi dello scorso anno fu un pugile a rubare la vittoria ad una donna. Tutto questo finisce oggi perchè con questo ordine esecutivo la guerra allo sport femminile è finita”.
In quell’occasione la portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt definì questo procedimento come “una priorità” per l’attuale amministrazione: “L’ordine esecutivo si pone l’obiettivo di riscrivere il Titolo IX della precedente amministrazione per valorizzare le donne che hanno subito infortuni sul lavoro per tutta la vita, che sono state messe a tacere e costrette a fare la doccia con gli uomini sui campi di atletica di tutto il Paese”.


