
NEW YORK – La sessione inaugurale della Settimana di Alto Livello dell’ONU si è aperta con un annuncio destinato a fare storia: il presidente francese Emmanuel Macron ha dichiarato che “oggi la Francia riconosce lo Stato della Palestina”. Le parole del presidente francese hanno scatenato applausi fragorosi da parte degli oltre 140 leader presenti in Aula, con la delegazione palestinese in piedi a testimoniare l’emozione per il gesto simbolico. L’ambasciatore Riyad Mansour ha guidato la delegazione in un applauso lungo e convinto, mentre Macron ha sottolineato l’impegno storico della Francia per la pace in Medio Oriente.
Anche Andorra, Belgio, Lussemburgo, Malta e Monaco hanno annunciato o confermato il riconoscimento della Palestina, seguendo il passo di Regno Unito, Canada, Australia e Portogallo. Germania, Italia e Giappone hanno partecipato senza formalizzare la loro adesione. Il segretario generale Antonio Guterres ha ricordato in Aula che “la statualità per i palestinesi è un diritto, non una ricompensa”, ribadendo che la comunità internazionale non può ignorare le aspirazioni di un popolo che da decenni vive sotto occupazione.
Il riconoscimento simbolico dei Paesi europei rappresenta un messaggio politico forte: nonostante le offensive militari in corso a Gaza e l’espansione degli insediamenti in Cisgiordania, la comunità internazionale mostra attenzione verso la legittimità delle richieste palestinesi.
Von der Leyen: due Stati, Gaza ricostruita e via Hamas
Dalla parte europea, la presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha tracciato una visione chiara e concreta per la pace. “L’unico piano realistico è quello dei due Stati: un Israele sicuro e uno Stato palestinese vitale, senza Hamas”, ha dichiarato, sottolineando che l’Europa ha stanziato 1,6 miliardi di euro a sostegno dell’Autorità Palestinese.
Von der Leyen ha annunciato la creazione di un gruppo internazionale di donatori e di uno strumento dedicato alla ricostruzione di Gaza, evidenziando la necessità di rilanciare l’economia palestinese come parte integrante della stabilità politica e sociale. “Solo israeliani e palestinesi possono decidere il cammino – ha aggiunto – ma la comunità internazionale ha un ruolo fondamentale: facilitare, ricostruire e mantenere viva la speranza di una pace duratura”.
Erdoğan: la comunità internazionale deve riconoscere la Palestina
Il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan ha denunciato la gravità della situazione umanitaria a Gaza, definendola una catastrofe umanitaria. Erdoğan ha sottolineato l’urgenza di un riconoscimento internazionale della Palestina e ha invitato la comunità globale a sostenere una soluzione politica, che includa cooperazione multilaterale tra Stati Uniti, partner regionali e Nazioni Unite.
Il leader turco ha evidenziato come il numero crescente di Stati disposti a legittimare la Palestina rappresenti un cambiamento significativo nell’equilibrio diplomatico, una pressione simbolica ma potente sul governo israeliano per riconsiderare il proprio approccio alla questione dei territori occupati.
Abbas in videocollegamento: riforma e cessate il fuoco
Costretto a intervenire in videocollegamento dopo la revoca del visto statunitense, il presidente palestinese Mahmoud Abbas ha condannato gli attacchi di Hamas del 7 ottobre 2023 e le violenze israeliane, annunciando una riforma dell’Autorità Palestinese con l’abolizione dei pagamenti alle famiglie dei militanti uccisi o detenuti.
“Basta violenza e guerra”, ha detto Abbas, rivolgendosi agli israeliani e augurando un felice Rosh Hashanah agli ebrei di tutto il mondo. Ha sottolineato che l’Autorità Palestinese rimane impegnata in una soluzione a due Stati, con riforme concrete per rafforzare le istituzioni, e ha invitato la comunità internazionale a sostenere Cisgiordania e Gaza attraverso un impegno concreto e coordinato.
Tajani: l’Italia pronta a sostenere la pace e il popolo palestinese
Il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani ha ribadito la posizione italiana: “L’Italia sostiene fermamente il sogno del popolo palestinese di avere uno Stato. Continueremo a sostenere l’Autorità Nazionale Palestinese nei suoi sforzi di rafforzamento istituzionale e riforma e lavoreremo duramente per la soluzione a due Stati, con una pacifica coesistenza tra palestinesi e israeliani. Questa è l’unica soluzione praticabile per garantire un futuro di pace e prosperità in Medio Oriente”.
Tajani ha condannato l’espansione degli insediamenti israeliani in Cisgiordania e gli attacchi terroristici di Hamas, sottolineando l’urgenza di un cessate il fuoco, la liberazione degli ostaggi e il ripristino dell’accesso umanitario. Ha ricordato l’impegno italiano: migliaia di tonnellate di aiuti umanitari, evacuazioni mediche per bambini palestinesi e l’invio di Carabinieri in Cisgiordania per addestrare le forze dell’Autorità Palestinese.
“Non deve esserci futuro per Hamas a Gaza – ha dichiarato Tajani – Un futuro pacifico per la regione deve iniziare con una Gaza libera da Hamas e riunificata con la Cisgiordania, sotto un’Autorità palestinese rafforzata e riformata”. Tajani ha sottolineato il ruolo cruciale delle missioni di stabilizzazione e monitoraggio sotto l’egida ONU e la necessità di uno sforzo congiunto della comunità internazionale.
Netanyahu: Israele contrario a uno Stato palestinese in questa fase
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha ribadito la ferma opposizione di Israele alla costituzione di uno Stato palestinese, definendo tale mossa come un rischio che premierebbe Hamas dopo il suo attacco del 7 ottobre 2023. Netanyahu ha avvertito che riconoscere uno Stato palestinese ora potrebbe minare la sicurezza di Israele e ha accennato a possibili azioni unilaterali, inclusa l’annessione di parti della Cisgiordania, che renderebbero ancora più complicata la nascita di uno Stato palestinese vitale. Il leader israeliano ha inoltre sottolineato che ogni decisione sul futuro della Palestina sarà presa dopo consultazioni con gli Stati Uniti e che continuerà a rifiutare soluzioni che non garantiscano la sicurezza israeliana, ribadendo il suo impegno a difendere gli interessi strategici di Israele anche in un contesto di crescente pressione internazionale.
Le tensioni sul terreno e le sfide future
Nonostante il crescente riconoscimento della Palestina da parte di diversi Paesi, Israele e Stati Uniti restano contrari, temendo che la mossa premi Hamas e comprometta i negoziati. Sul terreno, Gaza continua a vivere offensive militari e Cisgiordania vede l’espansione degli insediamenti, alimentando un contesto di tensione costante.
Il 22 settembre ha mostrato che la questione palestinese è tornata al centro dell’agenda internazionale. Gli interventi di Macron, von der Leyen, Erdoğan e Tajani ribadiscono che la diplomazia può ancora incidere sul futuro della regione, ma la strada verso la pace rimane lunga e complessa. La soluzione a due Stati continua a rappresentare l’unica via praticabile per garantire stabilità e sicurezza a israeliani e palestinesi, nel tentativo di interrompere un conflitto che dura da oltre un secolo.


